23 febbraio 2010: il nuovo procedimento di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica.

In collaborazione con l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Sondrio, lo Studio di Ingegneria e Consulenza Scaramellini e lo Studio legale Carrara e Luzzi, lo studio Spallino organizza un incontro di formazione sul regime dell'autorizzazione paesaggistica, come in vigore dall'1 gennaio 2010.

Info
L'incontro si terrà Martedì 23 febbraio 2010, con inizio alle ore 15,00 e termine alle 17:30, presso la "Sala Vitali del Credito Valtellinese", via delle Pergole 10, Sondrio.

Programma
Saluti: ing. Enrico Moratti, Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Sondrio
Presentazione dell'incontro: ing. Marco Scaramellini, Coordinatore della Commissione Aggiornamento dell’Ordine degli Ingegneri di Sondrio
Relazioni:Il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica ex art. 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio [avv. Ileana Pisani], Profili penalistici della tutela del paesaggio, con particolare riguardo alle responsabilità di amministratori e professionisti [avv. Maurizio Carrara]
Modera l'avv. Lorenzo Spallino

Iscrizioni
La partecipazione all'incontro è gratuita. È necessario iscriversi via email all'indirizzo news@studiospallino.it o all'indirizzo marco.scaramellini@fastwebnet.it, indicando:
  • numero e nominativo dei partecipanti;
  • ente o studio professionale di riferimento.
Link permanente
23 febbrario 2010: il nuovo procedimento di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica

D.L. 112/2008: dichiarato incostituzionale il secondo comma dell'articolo 58.

All'indomani dell'emanazione del decreto-legge 112/08 (convertito dalla legge n° 133, 6 agosto 2008), avevamo affacciato la possibile illegittimità costituzionale del comma secondo, dove l'inserimento degli immobili nel Piano delle Alienazioni non solo "ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile e ne dispone espressamente la destinazione urbanistica", ma soprattutto costituisce variante allo strumento urbanistico generale che "non necessita di verifiche di conformità agli eventuali atti di pianificazione sovraordinata di competenza delle Province e delle Regioni" (In questo sito: D.L. 112/2008: possibili profili di illegittimità costituzionale dell'articolo 58, secondo comma).

Piano Casa Lombardia: primi ricorsi.

Da http://www.sateliosnews.it/

Aler ricorre in Tribunale. Il Comune ci danneggia
Giovedì 07 Gennaio 2010 10:16

Varese, la riduzione delle aree verdi utilizzabili per edilizia popolare scatena la guerra dentro il PdL.

VARESE - Centotrentacinquemila metri cubi di cemento, vetri e tetti. E’ la cubatura che Aler – l’azienda di edilizia popolare – poteva realizzare in base alla normativa regionale se il Comune di Varese non avesse ristretto, con propria delibera, la percentuale di spazio verde disponibile per nuove costruzioni.

Una decisione – quella comunale – che ha scatenato le ire della stessa Aler che ha fatto ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, per ottenerne l’annullamento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. E che ha messo in evidenza come i rapporti fra palazzo Estense e Azienda siano ormai ai ferri corti.

Tutto nasce da una decisione dell’amministrazione comunale varesina che riduce dal 40% al 5% la percentuale di terreno verde disponibile per l’edilizia abitativa.

Il 40 per cento, nell’ambito del piano casa, l’aveva fissato la Regione. Varese, ritenendo troppo alto il valore, tanto da mettere a rischio le ultime aree verdi del territorio comunale, aveva fissato un limite ben più restrittivo.

Paolo Galli, area PdL e presidente di Aler, non ha perso tempo, inoltrando ricorso al Tar. E così la ruggine che già covava è diventata scontro aperto.

A sostenere a spada tratta la scelta della Giunta è Fabio Binelli, ex segretario cittadino leghista e assessore all’urbanistica. Scelta ragionevole, secondo Binelli, perché in altro caso, le ultime porzioni di verde varesino sarebbero finite in pasto alle operazioni immobiliari. Ipotesi che fa inorridire la Lega. Ma che crea anche un caso politico.

Un caso, perché Galli è considerato uomo del Popolo della Libertà. E non solo. Caso politico lo diventa dal momento in cui il presidente dell’Azienda decide – pare senza ascoltare neppure il Consiglio di amministrazione – di proporre ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia contestando la legittimità del ricorso del Comune. A sostenere la motivazione del ricorso, la considerazione che la decisione del Comune finisce per provocare danni materiali enormi ad Aler stessa.

Nella battaglia, una volta tanto, Binelli non resta solo. Si schiera con l’assessore il sindaco, Fontana, ma contro Paolo Galli, si schiera anche il vertice del Popolo della Libertà. Perché – spiegano dal centrodestra – i vincoli decisi dalla Giunta sono stati approvati anche in Consiglio con un voto pressoché unanime.

Sarà. Ma intanto Paolo Galli il ricorso l’ha presentato. Perché – sostiene in buona sostanza il presidente Aler varesino – la decisione della Giunta e il voto del Consiglio rappresentano un danno economico per l’Ente.

Chi ha ragione? Ai posteri, anzi, al Tar, la (ardua) sentenza. Intanto dall’assessore all’Urbanistica arriva una richiesta precisa. “Galli si dimetta”.
Marcello Signorelli
Link all'articolo.
Copyright © www.studiospallino.it